L’11 novembre ricorre l’Estate di San Martino. Un viaggio in Maremma tra clima, tradizione popolare e il ricordo della poesia di Carducci.
Ecco arrivato il giorno dell’estate di san Martino: dopo il primo freddo autunnale, il clima si mitiga, il torpore del sole scalda i campi e si aprono le botti del vino novello. L’estate di san Martino è una festa dei campi dove la cultura contadina incontra la liturgia cristiana: si racconta, infatti, che San Martino di Tours (IV sec.), lungo il suo cammino, s’imbatté in un mendicante, spoglio ed esposto al freddo. Strappò così metà del suo mantello e lo donò al poverello per proteggersi; dopo pochi passi incontrò un altro pover’uomo: senza esitazione, diede a quest’ultimo la seconda metà del manto. San Martino rimase pressoché spoglio: il cielo, freddo e grigio come quello della Francia settentrionale a novembre, si aprì per scaldare il corpo del sant’uomo.

La poesia più simbolica: Carducci
In letteratura, la ricorrenza (in gergo tecnico, topos letterario) dell’estate di san Martino è frequente: la più famosa resta però il componimento del 1883 scritto da Giosuè Carducci:
La nebbia a gl’irti colli
piovigginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar;
ma per le vie del borgo
dal ribollir de’ tini
va l’aspro odor de i vini
l’anime a rallegrar.
Gira su’ ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando:
sta il cacciator fischiando
su l’uscio a rimirar
tra le rossastre nubi
stormi d’uccelli neri,
com’esuli pensieri,
nel vespero migrar.
È il componimento numero LVIII, contenuto nella raccolta Rime Nuove: 105 poesie di tono lirico, ispirate ai ricordi d’infanzia, ai sentimenti intimi e profondi, con uno sguardo alla classicità e al mito. Una raccolta poetica ben diversa dalle precedenti, legate all’impegno politico e civile (sono noti gli impegni carducciani durante gli anni del Risorgimento e ancor più celebre è la sua investitura a poeta vate dell’Italia sabauda).
Il paesaggio della Maremma
Prevale, nelle Rime nuove, il paesaggio maremmano nella sua genuinità: così Carducci lo descrive in questo componimento, tornando da un viaggio a Roma e diretto a Bologna. L’ambiente bucolico è caro a quel Carducci che vede nella classicità il modello letterario a cui ispirarsi, rivisitato nel XIX secolo con toni di pacato realismo, ben distante dagli estremismi del romanticismo (questo fu uno dei motivi per cui Carducci, come primo italiano, il premio Nobel per la letteratura nel 1904).

Giovanni Fattori, Stradina solitaria, 1875. Il pittore livornese, tra i principiali esponenti dei Macchiaioli, è stato contemporaneo di Carducci e ha scelto la Maremma come soggetto dei suoi dipinti.
L’atmosfera è malinconica: le «vie del borgo» son in festa, ma la nebbia sta raggiungendo i colli, le nubi si tingono di rossi toni e uccelli neri si allontanano, proprio come pensieri «esuli». La malinconia del clima è allora espressione di smarrimento e inquietudine esistenziale (ancora vivo è il dolore di Carducci per la morte, nel 1870, della madre e del figlio Dante, al quale dedicherà Pianto Antico).
Ricordi d’infanzia

Sarà pur di tono malinconico, di grigiastri umori e nebulose atmosfere, ma per molti San Martino rimane pur sempre la poesia dell’infanzia: sicuramente, ciascuno avrà avuto la sua maestra Marianna che, con la sua grande passione per la poesia e la creatività, tra foglie secche e profumi di castagne, ci fece studiare questi versi a memoria. E si sa, quel che si impara da bambini, rimane impresso per sempre e lo si ricorda con piacere.
Ecco, Carducci con la sua San Martino è proprio questo: evocazione di dolci-amari ricordi, presenti e passati.
…Going on TRIP!
La Maremma è una regione di circa 5 000 km2, che si estende tra Toscana e Lazio. La pianura, di origine alluvionale, è delimitata dal Mar Tirreno e dalle Colline metallifere, parte importante dell’Antiappennino Toscano.

La carducciana nebbia che «agl’irti colli piovigginando sale» è un tipico effetto che si manifesta in prossimità dei rilievi in autunno, quando la piovosità e l’umidità dell’area geografica aumenta.
Clima della Maremma
In Maremma non mancano le giornate miti e senza vento, anche in pieno autunno. In particolar modo sulle prime colline che guardano il litorale, si possono raggiungere anche i 20 °C almeno fino alla metà di novembre, con un sole tiepido che scalda i suoli umidi del mattino. La Maremma litoranea è infatti la zona più mite della Toscana insieme alla Versilia. Diverso è il discorso man mano che si procede nell’interno, dove l’altitudine e la relativa lontananza dal mare rendono il clima più freddo tra Pitigliano, Scansano, Manciano e Sorano. Sul Monte Amiata inoltre cade la neve da dicembre a Marzo, tanto che sono presenti impianti sciistici. L’estate è invece molto calda e in genere secca.

Viaggio in Maremma: quando e dove andare
Secondo le statistiche del 2018, la Maremma è stata una delle mete preferite dai turisti americani e russi in visita al nostro Bel Paese. Natura, borghi, storia, cultura, cucina e vino: non manca nulla alla Maremma (ecco cosa vedere in Maremma: clicca qui)
Quando visitarla e in quale stagione? Senza dubbio: sempre! Sì, perché ad ogni clima si tinge dei suoi propri colori, si profuma di aromi e sapori ed offre quel che può, nella sua ricchezza e nella sua genuinità. Proprio come canta Carducci, è ora il tempo dell’apertura delle botti del vino novello: la Maremma offre percorsi enogastronomici per tutti i gusti, la cui tradizione vinicola affonda le radici al tempo degli etruschi.

Qui di seguito, ecco alcuni link sull’enogastronomia maremmana che possono illuminarvi sulla grande cultura del vino, nel dettaglio e nella varietà che offre.
http://www.assovini.it/italia/toscana
2 commenti
Un’iniziativa molto interessante! Mi piace molto come scrive Andrea e sa combinare in maniera azzeccata letteratura, storia e attualità!
Complimenti ?
Grazie Andrea! Con le tue parole sai come incuriosire il lettore e far venir voglia di viaggiare per scoprire posti nuovi. ?