Gli eventi atmosferici e i risvolti psicologici nel romanzo di Alessandro Manzoni. Uno sguardo geografico al libro più studiato sui banchi di scuola
I promessi sposi. Alessandro Manzoni. Per la regola della proprietà commutativa, cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia: “Promessi Sposi + Manzoni = scuola”. Sì, perché per lo più, I promessi sposi sono un romanzo letto sui banchi. Tutti, nessuno escluso, nessuno è scampato alla sua sorte. E da lì, una valanga di ricordi dove emergerà il volto di quella professoressa di lettere, con gli occhiali sulla punta del naso, che in una tremenda interrogazione, aveva chiesto quali parole avesse pronunciato tal personaggio a tal altro; o cosa avesse mangiato Renzo all’osteria o cosa ancora significasse la parola “burattello” al capitolo XII.
Per chi è più fortunato, però, l’occasione di riprendere e rileggere I promessi sposi porterà a scoprire personaggi curiosi, storie interessanti ed evoluzioni filosofiche. E ne val davvero la pena!
Quel ramo del lago di Como…
Quel che comunque rimane, nostalgicamente, impresso nella mente di tutti è il famoso incipit topografico: «Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti […]»

È questo lo scenario che apre la vicenda, cominciata il 7 novembre del 1628: intriso di Romanticismo (movimento culturale che nacque in Germania nel XVIII secolo per poi diffondersi in tutta Europa), Manzoni usa abilmente i paesaggi e le atmosfere naturali come specchio delle emozioni dei personaggi.

Stati d’animo geografici
È così che i monti sono nostalgici nel celeberrimo Addio ai monti di Lucia, quando la promessa sposa si appresta a lasciar il paesello in cerca di protezione per sottrarsi alle trame di don Rodrigo; è così che l’atmosfera è «angusta e uggiosa» come la valle che accoglie il castello dell’Innominato, il temibile signore a cui don Rodrigo chiede aiuto per rapire Lucia – personaggio dalla psicologia complessa e dalla coscienza complicata.

È lo stesso paesaggio dell’Innominato che diventa luminoso e chiaro dopo la notte di “conversione umana”, nata dal dialogo, profondo con Lucia. E poi ancora la nebbia di Milano, il crepuscolo sull’Adda e i boschi intricati, come quello che Renzo attraversa.
Manzoni realizza così un romanzo storico nell’oggetto e nelle intenzione ma geografico nei contorni e nelle descrizioni.
Tutto è così vivo e reale, tangibile e concreto che al lettore pare di esser lì, proprio con il don Abbondio di turno, intento ad evitar i sassi mentre cammina sulla strada di campagna in compagnia del suo breviario – come si legge nel I capitolo.
Manzoni meteorologo
Ne I promessi sposi l’ambientazione è il romanzo e ne segue l’evoluzione: il clima atmosferico è specchio della psicologia del personaggi; i fenomeni meteorologici segnano indissolubilmente lo svolgersi dei fatti (solo per citare un esempio, sarà la pioggia -acqua, battesimo, salvezza: nella logica “cristiana” manzoniana- a pulire la terra dall’epidemia di peste che affligge Milano).

Ne I promessi sposi il clima in cui vivono i personaggi è cornice del romanzo, senza rinunciare ad essere essa stessa opera d’arte e a volte (perché no?) protagonista. E sono i protagonisti stessi ad uscirne cambiati, maturati ed evoluti, tante quanto sono le stagioni passate, tanto quanto sono le atmosfere, climatiche e psicologiche, attraversate.
…Going on TRIP!
Il lago di Como e Lecco è ormai conosciutissimo proprio grazie a I promessi sposi del Manzoni. Con la sua tipica forma a Y rovesciata, è il lago più esteso perimetralmente e con profondità maggiore in Italia. Per il suo microclima, il lago di Como e di Lecco è stato eletto miglior lago al mondo dal «The Huffington Post» nel 2014: non sarà un caso che proprio qui, il jet set internazionale acquista ogni anno bellissime ville storiche come luogo privilegiato di vacanze.

Il clima oggi
L’area lacustre gode di un clima più temperato rispetto a quello tipicamente continentale lombardo: le temperature variano dai -5/+5 °C in gennaio ai +20/+30 °C in luglio. Le «due catene non interrotte di monti» contribuiscono poi a proteggere l’area dai venti freddi che soffiano da nord; due venti locali sono invece la Breva e il Tivano (dal francese petit vent).
Dove andare e cosa vedere
I luoghi di manzoniana memoria sono ancora oggi visitabili: rientra nella top 10 delle gite scolastiche la visita di questi posti per chiunque abiti o abbia abitato in Lombardia. Da Pescarenico, il villaggio di pescatori da cui Lucia partirà decantando il suo Addio ai monti, fino al castello dell’Innominato, arroccato su una collina e al quale si giunge con un sentiero erto ma pago di una bellissima vista sul lago. E poi ancora, la presunta casa di Lucia, la Villa Manzoni (oggi casa museo), il Palazzotto di don Rodrigo e molto altro ancora.

Link al libro
Per chi fosse interessato, trova qui il link della guida online dei luoghi manzoniani in quel di Lecco e dintorni: https://www.eccolecco.it/luoghi-manzoniani/
Ah, per chi ancora se lo stesse chiedendo: il “burattello” è un setaccio usato nella macinazione del grano per separare la farina dalla crusca. Renzo, invece, all’osteria della Luna piena mangia stufato e il «pane della Provvidenza» (cap. XIV).
2 commenti
Bella presentazione affascinante ed esauriente !
Articolo ben scritto che ti fa nostalgia dei bei tempi passati a scuola ma ti fa venir voglia di viaggiare!