L’inverno meteorologico ha avuto inizio domenica 1 dicembre e l’attenzione di molti appassionati sarà puntata sul freddo e sulla neve che spesso fa tornare bambini anche gli adulti.
In questo articolo a cura dello Staff Centro meteo Toscana vogliamo ripercorrere e analizzare i 4 inverni più importanti dell’ultimo secolo che, per ragioni diverse, sono ricordati come eventi di gelo eccezionale sulla nostra Penisola, con fenomeni che per durata ed rarità sono stati catalogati come storici.
FEBBRAIO 1929

L’ondata di gelo del 1929 fu caratterizzata dall’arrivo di nucleo artici direttamente dall’est Europa complice la formazione di in alta pressione termica siberiana che dalla fine del mese di gennaio iniziò ad affluire verso il centro Europa. L’ondata di gelo raggiunse da noi il suo apice intorno alla metà del mese con copiose nevicate tra l’11 e il 14 febbraio e valori termici sotto zero che per più giorni interessarono anche la Toscana. La neve cadde abbondante su tutta Italia con cumulati maggiori lungo le regioni adriatiche dove anche sulle coste si superò il metro di altezza.

- 30 cm si raggiunsero a Roma, 20 a Napoli, 70 a Bari.
- 20-40 cm anche sulle pianure toscane dove le temperature minime arrivarono ben al di sotto dei -10 °C anche su città come Pisa e Firenze.
- L’Arno ghiacciò completamente da Arezzo a Pisa, complici anche molte giornate di ghiaccio consecutive con le temperature massime che non andavano sopra lo zero nemmeno nelle ore più calde.
FEBBRAIO 1956

Questa ondata di gelo fu causata dall’affluenza di aria gelida di origine russa dovuta ad un imponente anticiclone russo siberiano e contemporanea ciclogenesi mediterranea.Già i giorni 1-2-3 furono freddissimi con punte di -15 °C in Pianura Padana. La neve cadde copiosa entro la prima decade ma fu intorno alla metà del mese che un nuovo imponente impulso gelido fece letteralmente crollare le temperature con la neve che ricoprì tutta l’Italia dalla Pianura Padana alla Sicilia, coste comprese!

- Ancora oggi il record di freddo record in pianura è dovuto a questa ondata di gelo con Anzola Emilia che registrò ben -26,2 °C la notte del 15/2.
- In Toscana si raggiunsero minime fino a -14/-15 °C.
- -11.2 °C a Pisa il giorno 15
- -11.4 °C Firenze e -9.5 °C Grosseto il giorno 16.
- Ben 4 nevicate interessarono Roma nei giorni 2-9-18-19 febbraio con il manto nevoso che superò i 30 cm in città
GENNAIO 1985

Senza dubbio l’ondata di gelo che più persone si ricordano ancora. Ebbe inizio intorno al 2-3 gennaio dopo un dicembre molto mite. Fu l’unica vera ondata di gelo storico dei nostri giorni (dopo quella del 1963) dovuta ad uno stratwarming, ovvero un imponente riscaldamento stratosferico che innescò la formazione di un anticiclone al polo nord il quale fece “splittare” il vortice polare, e che in pratica generò la discesa di un nucleo artico molto veloce direttamente verso il mediterraneo passando dal centro Europa.

I giorni 3-4-5 gennaio videro già l’arrivo della neve in Toscana anche su città come Firenze Pisa e un crollo termico imponente. Il giorno 6 la formazione di una depressione mediterranea fece risalire aria calda di origine africana la quale innescò nevicate copiose da scorrimento sul centro Italia (situazione questa tipica per la Pianura Padana ma rara sul centro Italia). Il 7 gennaio un nuovo impulso fece crollare le temperature (-21,4 °C sul Cimone) mentre il giorno 8 un nuovo impulso dal Rodano apportò neve al nord e sul centro Italia Toscana compresa. Nei 7 giorni successivi vi fu un escalation di gelo e neve.

- -26 °C si registrarono a Firenzuola, nel Mugello (record secolare)
- 40 cm di neve a Firenze città
- 80-90 cm di neve sulle colline Toscana già oltre i 2/300 mt di altezza
- 30 cm a Roma
I giorni dopo, complice il rasserenamento notturno ed effetto albedo le temperature minime crollarono:
- -22.2 °C a Firenze Peretola il giorno 11
- -23.2 °C il giorno 12
- Lo stesso giorno -13,8 °C a Pisa , -13,4 °C a Lucca
Il giorno 13 cadde di nuovo neve per altro impulso perturbato dal Rodano (5-10 cm su tutta la pianura Toscana).
L’ondata di gelo eccezionale terminò con un ultima depressione accompagnata da aria africana e scorrimento nevoso su tutta la Pianura Padana dove si raggiunsero cumulati record fino a 50-70 cm in pianura, mentre in Toscana complice il rialzo termico giunse la pioggia.
FEBBRAIO 2012

Questa ondata di gelo non ha avuto importanza estrema sulla Toscana come le precedenti. Ma per evoluzione, intensità e zone interessate è senza dubbio simile o in alcuni casi superiore alle altre tre. La sua genesi è stata innescata da ripetute irruzioni artiche dalla Russia, dove era presente una massa d’aria gelida pellicolare (nei bassi strati) molto imponente.

Iniziò intorno al 25 gennaio e si concretizzò sulla penisola alla fine di gennaio con la neve che il primo febbraio raggiunse anche la Toscana con 20 cm su Livorno, 27 cm su Siena e cumulati minori sul nord della regione a causa di un entrata del nucleo troppo orientale. Nei giorni successivi il gelo si manifestò con tutta la sua imponenza apportando nevicate storiche al centro Italia dove molte città furono isolate per giorni. Alla fine dell’ondata di gelo, intorno al giorno 12, si registravano questi cumulati di neve al suolo:
- 450 cm a Pesaro Urbino
- 200 cm a Cesena
- 170 cm a Forli
- 327 cm Urbino città
- 75-80 cm su tutta la costa romagnola, Rimini e Ancona comprese
Nevicò ben 3 volte su Roma nei giorni 3-10-11 con punte fino a 20 cm in città (30-40 cm sui castelli romani)
Neve abbondante cadde anche sulle colline toscane dove rimase al suolo per tutto il mese di marzo. L’ondata di gelo del febbraio 2012 provocò 57 vittime in Italia e 650 in Europa e su molte aree è ricordata come la più importante dell’ultimo secolo per le temperature raggiunte ed i cumulati di neve. A livello mensile febbraio 2012 non è passato alla storia in quanto nell’ultima decade ci fu un importante rialzo termico con valori di caldo record, che provocarono anche fenomeno di slavine sul centro sud italiano, fenomeno questo molto raro.
NB: Le 4 mappe allegate si riferiscono alle isoterme registrate a 850hp, ovvero 1300-1400 mt circa di altitudine.
Valori a dir poco impressionanti se consideriamo che per la neve al piano spesso bastano 15-20 gradi in più di quelli che si vedono sulle mappe.
Concludiamo con una curiosità :
A livello statistico la cadenza di queste ondate ha una precisione quasi imbarazzante che varia tra i 25 e i 29 anni.
Ovviamente non c’è nessun motivo razionale/scientifico che ci spieghi questa circostanza ma se ci basiamo soltanto sulla rilevanza statistica possiamo ipotizzare che la prossima ondata di gelo così rilevante potrebbe concretizzarsi tra il 2035 e il 2042.
Buon inverno a tutti!