Dopo il confine tra Italia e Slovenia le Alpi Giulie si aprono a ventaglio e lasciano passare le acque color smeraldo del fiume Isonzo (Soča in sloveno). Gelide e trasparenti, le loro sorgenti si trovano alle falde del monte Triglav (2.864 mt). Dalla piana di Bovec si possono ammirare in tutta la loro imponenza le vette che fanno da cornice al Parco Nazionale del Triglav. Si tratta di pareti scoscese, erose in maniera violenta dagli agenti atmosferici, come accade ai suoli calcarei. Grotte, inghiottitoi, doline e gole caratterizzano le parte di queste montagne impervie, custodi delle vicende più drammatiche della 1° Guerra Mondiale.

Dalle creste più alte il vento scende furioso tutta la notte. Sono giorni di bora e gelo. Poca neve, ma l’aria fredda entra così a fondo nei polmoni che non c’è bisogno di nient’altro per sentire il sapore più vero dell’inverno, stagione che da queste parti può regalare paesaggi e fenomeni naturali che lasciano a bocca aperta.
Ho 3 giorni a disposizione per questo meteotrip. La base per iniziare l’esplorazione dei dintorni è il paesino di Bovec, nell’angolo nordoccidentale della Slovenia, a 450 mt di altitudine. A inizio gennaio è semideserto. Al pub del paese incontro solo un gruppetto di sciatori che da Bovec prendono la cabinovia per il monte Monte Canin, dove si trovano piste da sci che si ricollegano al comprensorio di Sella Nevea.

Giorno 1
mattino: temperatura di – 3°C, cielo sereno e vento forte di bora. A piedi, dal centro di Bovec, si può intraprendere un sentiero ben segnalato che costeggia pascoli e frazioni di case contadine, prima di addentrarsi in boschi di faggi, ai piedi delle vette che a strapiombo sorvegliano la valle. Il capolinea del sentiero è il villaggio di Pluzna, presso la cascata Virje (Slap Virje). Il salto d’acqua è di pochi metri ma il contesto ambientale vale i 45 minuti di camminata (5 per chi arriva in auto fino a Pluzna tramite una strada asfaltata secondaria).

pomeriggio: in auto, prendo la strada per il passo Predil (1100 mt), circa 20 minuti da Bovec. Dopo il valico si entra di nuovo in Italia e in pochi chilometri si ridiscende verso il lago. Lo specchio d’acqua è ghiacciato e al tramonto assorbe sfumature di rosa.

Giorno 2
mattino: le condizioni meteo sono stabili. Molto freddo, ma niente neve. Così diventa fattibile l’idea di percorrere i tornanti che da Bovec portano al passo Vršič (1611 mt), il valico più alto delle Alpi Giulie Orientali. Prima di iniziare a salire, all’altezza del villaggio di Soča, l’Isonzo scava un canyon profondo e molto stretto.

Poi, si sale per oltre 30 tornanti (20 sul lato nord). A ogni curva si aprono scenari sempre più selvaggi. Vietato a chi soffre di vertigini, perché è una vera avventura quando, oltre i 1500 mt, il ghiaccio ricopre l’asfalto nelle zone in ombra. Necessario in questo caso un mezzo con gomme termiche, meglio se 4×4. Dopo il valico, la discesa verso Kranjska Gora attraversa il cuore del parco nazionale del Triglav.

pomeriggio: da Kranjska Gora verso Mojstrana, e quindi a destra per Slap Peričnik, un salto d’acqua di 52 mt. La speranze di trovarlo ghiacciato sono fondate. In un pendio esposto a nord, a 900 mt di altitudine, nei mesi invernali le stalattiti di ghiaccio si formano fitte come spilli contro la parte disposta ad anfiteatro. Ci sono due punti di osservazione. Il primo, sotto la cascata, si raggiunge con un cammino impegnativo, ma alla portata di tutti. Il secondo, al pari della parte più alta della cascata, è consigliabile solo a chi non soffre di vertigini e ha buone gambe. In entrambi i casi, lo spettacolo è ipnotico.
Slap Pericnick livello 1 Slap Pericnick livello 2
Giorno 3
Cielo coperto dopo una notte gelida a Bovec ( – 6 °C). L’aria è quella giusta per camminare lungo l’Isonzo. Un sentiero ad anello di 2 ore totali chiamato “Brjeka” parte da Bovec in direzione del villaggio di Cezsoča prima di rientrare in paese attraverso l’abitato di Vodenca. Il cammino è interamente a valle. L’Isonzo ha i colori dell’inverno: acque verdi e cobalto scorrono sul greto bianco di calcare. I torrenti affluenti sono ghiacciati. Qui il sole non arriva e il freddo entra nelle ossa. Nel silenzio assoluto della valle si avverte ancor di più il cigolio dei ponti di legno sospesi sul fiume (sono due quelli da attraversare). Camminarci sopra non è impresa da poco se si guarda lo stato delle tavole di legno, ma i cavi di acciaio della struttura danno quel poco di sicurezza anche quando si balla come matti.
I colori dell’Isonzo Ponte sull’Isonzo
Come arrivare
Da Trieste: per Gorizia e quindi come indicato sotto.
Da Gorizia: per Nova Gorica e Solkan lungo la valle dell’Isonzo/Soča in direzione Tolmin, quindi fino a Kobarid e Bovec.
Dal resto d’Italia via Udine: direzione Cividale del Friuli oltrepassare San Pietro/Špietar e Pulfero/Podbonesec, entrando in Slovenia fino a Kobarid.
Dove alloggiare:
Casa Alpina – Bovec. Splendido appartamento a pochi metri dal centro del paese con vista sulle montagne.
Cibi da provare:
Gnocchi di patate locali
Ravioli di Bovec (Bovski Krafi)
Formaggio di Bovec (Bovski Sir)
Trota (pescata nell’Isonzo)
Ravioli dolci (struccoli di Caporetto, kobariski struklji)