Il Föhn (o favonio) è il vento di caduta caldo e secco che si origina quando una corrente d’aria discende da una catena montuosa dopo aver scaricato sulle creste l’umidità in essa contenuta (nel video sopra, in Val di Susa).
Quando l’aria, a quel punto nettamente più povera di umidità, discende sul versante opposto arriva a valle con una temperatura molto più alta di quella di partenza.
Un esempio di favonio in Italia si ha quando una perturbazione da nord si infrange contro il muro delle Alpi, con i venti che ridiscendono caldi a valle verso la Pianura Padana.
Gradiente termico e caratteristiche: Una volta superato il crinale montuoso l’aria scende sul versante opposto (sottovento) e si scalda per effetto della compressione secondo il gradiente adiabatico secco, con la temperatura che cresce di 1°C circa per ogni 100 m di discesa. Sul versante sottovento si ha così tempo caldo e soleggiato, con rapida fusione della neve eventualmente presente.
Come si riconosce il favonio? L’osservatore dal lato sottovento vede le nubi addensarsi sul crinale montuoso da cui proviene il vento e debordare da esso (il cosiddetto “muro del foehn”) mentre sopra la sua testa, nel cielo limpido, in genere sono presenti solo coreografiche nubi lenticolari dovute alle onde orografiche in seno alla corrente d’aria.
Il favonio nel mondo: I venti di caduta caldi e secchi più conosciuti sono lo zonda (video sotto) che dalle Ande scende in Argentina, il chinook che scende dalle Montagne Rocciose verso le Grandi Pianure nordamericane, il northwester che scende dalle Alpi Neozelandesi verso Christchurch, il brickfielderche dalla Gran Catena Divisoria si “tuffa” verso le coste del Nuovo Galles del Sud (Australia), l’halny nei Carpazi/Tatra.
Origine del termine: Sia favonio che il tedesco Foehn derivano dal latino “favonius”. L’etimologia del nome si conserva in entrambi i casi.
Ovviamente il fenomeno si riscontra ovunque nel mondo vi siano catene montuose e assume varie denominazioni.
Un fenomeno atmosferico scenografico: l’effetto dello sfondamento del favonio in vallate dove magari ristagnava una massa d’aria fredda “da inversione” può essere veramente spettacolare, con incrementi termici repentini, anche di 15°-18°C in pochi minuti.
La corrente calda discendente non sempre però si propaga fino a fondovalle e così può accadere che lo sciatore che si ritrova disturbato da forte vento, dallo scaccianeve e magari dalla chiusura degli impianti intorno ai 2000 m, veda poche centinaia di metri più in basso il mare di nubi che fa ancora da tappo allo strato freddo e immobile in fondovalle.
Giovanni Staiano