Questa storia partecipa al Blogger Contest.2018
Lo sapevo, ma in fondo speravo di poter passare indenne questa settimana all’Equatore. Di non vederne neanche uno, di poter far finta di niente e continuare il viaggio a cuor leggero. Ho una stanza a Roรงa Monte Forte, una vecchia residenza coloniale in mezzo alla foresta pluviale, vicino a Neves, nell’isola africana di Sรฃo Tomรฉ. Ho paura dei ragni, e in questa notte afosa di dicembre mi rigiro nel lenzuolo umido. La zanzariera ricopre il mio letto, spengo tutto per ascoltare meglio. Fuori, la notte equatoriale mormora. L’acqua del temporale pomeridiano evapora dai tronchi degli alberi del pane e dalle foglie dei banani. Decine di rumori sconosciuti si intrecciano in una sinfonia lieve, tenebrosa per me che non conosco niente di questo posto.
Mi alzo per andare in bagno e accendo la luce. Con un movimento rapidissimo, si sposta sulla tenda della doccia, nascondendosi dentro un piega. Ora ne vedo spuntare solo una zampa. Sento i miei piedi nudi sul pavimento umido e non riesco a muovermi. Con il cuore in gola tocco la tenda con il manico di una scopa e il ragno si muove sul soffitto. Lo vedo in tutto il suo terribile aspetto. Ha zampe lunghe e affusolate come dita di una vecchia e un corpo agile e castano. La sua presenza mi turba nel profondo. Mi chino e raccolgo una maglietta zuppa d’acqua che avevo gettato a terra al rientro in camera dopo il temporale. Dal basso verso l’alto, gliela lancio contro. Il suono del cotone fradicio contro il muro indica che la mossa potrebbe aver avuto successo, poi tutto ricade verso il basso, maglietta e ragno, dentro al lavandino. Da quel momento, non voglio saperne piรน niente. Sono sicuro che sia lรฌ, nascosto tra le pieghe, ma non ho la forza di fare nient’altro. Mi arrendo e mi lascio inghiottire dal letto nella notte equatoriale.

La mattina Osvaldo mi propone un’escursione a piedi sulle montagne dietro casa, con l’obiettivo di raggiungere quella che lui dice essere la cascata piรน bella di Sรฃo Tomรฉ. Osvaldo ha 18 anni e ciabatte infradito e mi precede nel sentiero fangoso con passo svelto. Nell’aria c’รจ odore di legno umido, terra fradicia, sterco e mango. Mi racconta che le specie arboree della foresta pluviale si classificano in base ai vari livelli di altezza e capacitร di esporsi alla luce. Nel punto in cui la vegetazione si dirada capisco meglio dove siamo finiti dopo un’ora di cammino. I fianchi scoscesi delle montagne di origine vulcanica sui quali ci muoviamo si raccolgono attorno al Pico de Sรฃo Tomรฉ, con i suoi 2024 mt la vetta piรน alta dell’Isola, perennemente immersa nelle nuvole. Qui piove ogni giorno. La cascata “Angolar” รจ in quella direzione.

ยซHai una lampadina nel tuo telefono?ยป
ยซNo, perchรฉ?ยป
ยซPer arrivare alla cascata adesso dobbiamo entrare lรฌ dentro, in quel tunnel, ci farebbe comodo una luce, ma va bene lo stessoยป.
ยซLร dentro in quel buco? Non so se ci riescoยป.
ยซTranquillo, รจ una tunnel per la canalizzazione delle piogge. Cammineremo dentro il condotto in cui scorre l’acqua, non ti preoccupare, ancora non รจ l’ora del temporale e il livello non si alzerร ยป
I primi passi sono i peggiori. Sento l’acqua salire oltre la caviglia, poi fino al polpaccio. Il buio รจ totale e la volta della galleria finisce appena sopra la mia testa. Cerco di scorgere almeno una luce in fondo, ma niente. Solo piedi freddi e Osvaldo che batte le mani per scacciare i pipistrelli. Penso ai serpenti della foresta pluviale che potrebbero nascondersi in quest’acqua nera, la luce tenue dello schermo dello smartphone non basta neanche a vedere Osvaldo, davanti a me, in infradito. Penso che sul Pico de Sรฃo Tomรฉ adesso potrebbe abbattersi un temporale e noi saremmo travolti dall’acqua, perchรฉ in fondo Osvaldo ha solo 18 anni, potrebbe essere una guida poco esperta e io mi sto fidando di lui ciecamente. Io a 18 anni ho fatto cose senza senso, sarebbe una morte assurda, affogato in un tunnel pieno di pipistrelli. Ora non parliamo neanche piรน. Ormai รจ solo la disperazione a spingermi avanti. A metร del tunnel, lungo oltre 100 metri, vedo la luce.

ยซDai che ci siamo, ne vale la pena, vedraiยป
Fuori dalla galleria, la luce rischiara migliaia di goccioline nebulizzate di una cascata che precipita da uno strapiombo di rocce vulcaniche. No riesco a parlare. Pochi attimi prima pensavo alla morte, ora la vita mi investe come un treno in corsa.
ยซVuoi un a foto ricordo?ยป
La veemenza dell’acqua รจ tale da non resistere sotto alla cascata per piรน di due secondi. Mi lascio travolgere e sprofondo. Sento un ritorno alle origini. Qualcosa di primordiale che fa parte di me, di molto nascosto, รจ riemerso, all’Equatore.
Nella foto: sotto la cascata Angolar