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Il riscaldamento globale (global warming) è l’aumento della temperatura registrato sulla Terra rispetto a una media di riferimento che raccoglie i dati dal 1880, da quando cioè esistono rilevamenti meteorologici affidabili.
1. Alcuni dati
Il 2018 è fino a questo momento (novembre) l’anno più caldo di sempre in Europa. Le temperature, secondo i dati del National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa), sono risultate superiori di 1,86 gradi rispetto alla media storica (1910-2000). A livello globale, il 2018 è invece il quarto anno più caldo di sempre. La notizia conferma il trend degli ultimi anni: il 2017 è stato bollente, il secondo più caldo della storia dopo il 2016 (1.2 C° al di sopra dell’era pre-industriale), che aveva battuto il record di anno più caldo dal 1880, che apparteneva al 2015 il quale, a sua volta, aveva superato il 2014. Sappiamo quindi che gli ultimi 4 anni sono stati i più caldi da quando si hanno registrazioni ufficiali.
2. Il cambiamento sarebbe normale, ma…
Che il clima sulla Terra abbia delle oscillazioni è normale. Secondo alcune ricerche scientifiche le temperature attuali sarebbero simili a quelle di 115 mila anni fa. Le oscillazioni climatiche sono sempre esistite, ma si sono verificate in tempi molto lunghi: secoli, o migliaia di anni. Nella nostra epoca, gran parte dell’aumento della temperatura è avvenuto negli ultimi 35 anni, con 16 dei 17 anni più caldi che si sono verificati a partire dal 2001.
3. Allora perché fa freddo?
Una delle osservazioni che si sentono dire spesso in giro, e non solo al bar (Cfr “Donald Trump”) è: fa freddo, dove sarebbe il riscaldamento globale? Per esempio: a marzo scorso l’Italia ha vissuto un episodio freddo molto rilevante, con neve a Napoli e record di freddo in Toscana. Sembrerà strano, ma il global warming è anche questo e fare un ragionamento legato alla propria regione è sbagliato. La Terra è un sistema globale: l’aumento di temperatura degli oceani modifica le correnti atmosferiche. Il Polo Nord si riscalda. Per compensazione, correnti fredde scendono a latitudini meridionali. Così il sud Italia ha vissuto un episodio freddo molto intenso, ma nel contesto di un inverno più caldo della media in tutta Europa. In un contesto di aumento di temperature costante e continuo è normale il verificarsi di episodi freddi, singoli e brevi, direttamente collegati.
4. È solo un grado
Un grado di aumento di temperatura può sembrare poco. Ma essendo una media, significa che alcune zone del mondo hanno visto un riscaldamento fino a 3-4°C rispetto alle medie del secolo scorso. Questo stravolge letteralmente il clima. La vegetazione cambia. Di conseguenza l’allevamento, l’economia e le risorse. Le popolazioni migrano. Pochi decimi di aumento di temperatura negli oceani bastano a modificare il clima a scala globale. Maggiore evaporazione e contrasti termici più accentuati provocano conseguenti inondazioni e fenomeni estremi, specie lungo le coste. Gli oceani sono enormi serbatoi che danno equilibrio al clima. Il riscaldamento delle acque si riflette nella circolazione atmosferica.
5. Gas serra, cosa c’è di vero?
Che l’emissione di CO2 in atmosfera sia aumentata in concomitanza con l’epoca industriale non si può negare. A partire dagli anni Cinquanta il fenomeno è stato in costante incremento. Se oggi alcuni Paesi hanno ridotto le emissioni, altri, in pieno sviluppo, non possono fare a meno dei combustibili fossili. Qual è il legame con il riscaldamento globale? Secondo i più autorevoli centri di ricerca mondiale, dagli USA al Giappone, dalla Germania all’Australia, è evidente che i gas serra abbiano contribuito all’aumento di temperatura. Stazionando in atmosfera, le particelle di CO2 impediscono al calore di dissiparsi in modo naturale. A poco a poco gli oceani diventano più caldi. Anche se oggi le emissioni cessassero di colpo in tutto il mondo, la temperatura continuerebbe ad aumentare per qualche anno, perché gli oceani rilasciano calore molto lentamente, e avrebbero bisogno di tempo per liberarsi del surplus accumulato.
6. Come accorgersi del riscaldamento globale?
Un problema legato al riscaldamento climatico è la percezione. La mente umana non riesce a percepire il fenomeno, poiché la scala di riferimento è troppo ampia. Ognuno guarda il suo cielo e non ci vede granché di diverso. Eppure, basterebbe osservare il clima nelle nostre città. Nelle metropoli la temperatura è sempre più alta di almeno un paio di gradi rispetto alle campagne. L’aria è diversa. In Italia, ad esempio, la neve è sempre meno frequente nelle grandi città padane come Torino o Milano. Basta 1°C in più per fare la differenza tra neve e pioggia. D’estate, le temperature massime raggiungono record mai registrati, sempre più spesso. I temporali, attorno alle isole di calore, sono più violenti. E quello che accade nella città è un esempio su piccola scala di ciò che accade nel mondo.
Anche chi non abita in città può accorgersi che la temperatura aumenta. In Italia le stagioni invernali sono più brevi. L’estate si prolunga spesso fino ad ottobre. Fenomeni meteorologici violenti interessano le coste e le città e le alte pressioni africane sono sempre più invadenti. Sono fatti che, uniti al trend globale, mostrano chiaramente che il clima è malato.
7. E quindi?
“A causa degli eventi meteorologici estremi collegati al global warming ogni anno sono circa 26 milioni i nuovi poveri, con un costo di 520 miliardi di dollari”: lo dice uno studio della Banca mondiale, presentato a Marrakech nel 2016, nel corso della COP22. Tempeste, inondazioni, siccità, colpiscono direttamente le zone più povere del mondo, quelle che inquinano meno, ma pagano il prezzo per tutti. Ma le conseguenze esistono anche per i Paesi più ricchi: la costa della Florida che subisce inondazioni, le Alpi senza neve in inverno e il calo del turismo, l’aumento di prezzo dei vegetali, solo per fare qualche esempio più vicino agli interessi occidentali.
8. Il negazionismo
Qualcuno confuta la teoria del riscaldamento globale parlando di eccessivo allarmismo e sensazionalismo attorno a fenomeni che sono sempre avvenuti. Senza dubbio l’informazione di oggi ci permette di avere sott’occhio quanto accade nel mondo e ne risulta che ci sentiamo “bombardati”. Ma questo non significa che il problema sia sopravvalutato. I dati statistici sono molto chiari, e ci dicono che dal Duemila gli eventi meteorologici estremi sono aumentati in frequenza come mai è successo nella storia.