Geografia, clima e letteratura nella patria di Fernando Pessoa
Christian ha trascorso a Oporto una parte degli studi universitari e da allora frequenta la terra lusitana quando può – qualcuno definirebbe questo richiamo “Saudade”, ma è difficile spiegare a parole cosa significhi. In questo numero di #LitteraTrip, Christian ci racconta di questa felice terra malinconica (contraddizione? No, Portogallo!) e di uno dei suoi più alti rappresentanti, Fernando Pessoa.
Da dove arrivano gli esploratori?
Il Portogallo è una terra ricca di fascino e bellezza, le sue coste si presentano con tratti rettilinei e sabbiosi alternati da tratti alti e rocciosi, come se da un lato volesse difendersi e dall’altro accogliere la vastità dell’oceano.

Parlando degli aspetti geografici e morfologici il Portogallo è occupato per poco più della metà del suo territorio dalla pianura (53%), per il 26% dalla collina e per il 21% dalla montagna. La massima altezza della regione continentale è rappresentata dai 1.993 metri del Monte Malhão da Estrela con cui culmina la Serra da Estrela nella metà settentrionale del Paese, che è anche la più montuosa. All’estremità meridionale vi sono due piccole catene montuose orientate in direzione ovest-est. Ampie pianure di origine alluvionale e marina separano le coste dalle colline e dalle montagne retrostanti. La pianura più importante è l’Alentejo, il cui nome significa “oltre il Tejo”, un fiume che segna la sua fine. Il fiume più lungo è il Douro, 322 km nel tratto portoghese su un totale di 895 km. Il lago più esteso è il lago di Alqueva (250 km²), di origine artificiale sul fiume Guadiana.

Sul Douro Libreria Lello
Il Portogallo è uno Stato tricontinentale, europeo nella sua quasi totalità ma con l’arcipelago di Madeira appartenente geograficamente all’Africa e le isole di Flores e Corvo nelle Azzorre, sebbene geograficamente più vicine all’Europa che alle Americhe, sono interamente situate sulla placca del continente americano.
Il Portogallo è uno Stato fortemente sismico, fu colpito più volte da terremoti (famoso il terremoto di Lisbona del 1755, che distrusse tragicamente buona parte della città).
Clima
Anche il clima in questa Nazione è caratterizzato da particolarità uniche. Infatti, nonostante l’estensione del territorio sia piuttosto limitata (meno di 1/3 dell’Italia) il Portogallo presenta forti differenze climatiche. Al nord il clima è atlantico, mite e molto piovoso durante tutte le stagioni. A sud il clima, è tipicamente mediterraneo e dunque secco. Le terre più interne, verso il confine con la Spagna, subiscono una fase di transizione dagli influssi oceanici a caratteristiche più continentali.

A nord, ovvero la parte più montuosa del Paese, il clima è decisamente atlantico, cioè con abbondanti precipitazioni e con l’influsso dell’oceano a giocare un ruolo di primo piano. A sud di Lisbona e del Cabo da Roca (la punta più occidentale) l’effetto della bassa latitudine prende il sopravvento e si accentua l’aridità, conseguenza di scarse piogge. Le caratteristiche climatiche del Portogallo favorirebbero lo sviluppo di boschi di querce, di castagni e di faggi. Tuttavia la pianta più diffusa al giorno d’oggi è l’eucalipto, utilizzato per la produzione di carta
Nel 1971 è stato istituito il primo parco nazionale, quello di Peneda-Gerês, al confine settentrionale, ampio 70.000 ettari, dove, oltre a una lussureggiante vegetazione arborea, è presente una ricca fauna selvatica (stambecchi, caprioli, aquile, cavalli, cinghiali, volpi, pernici, rettili).
Portogallo: una terra ricca di tradizione e diversità
Le particolari vicende storiche che hanno caratterizzato il Portogallo durante la storia ne hanno anche modellato tradizioni e costumi. Sicuramente rilevante nella crescita del patrimonio culturale di questa nazione sono stati gli innumerevoli contatti con culture diverse e lontane.
Riguardo alle feste tradizionali, la più conosciuta è la corrida (in portoghese chiamata “tourada“). La versione portoghese si differenzia da quella spagnola per il fatto che il toro ha le corna spuntate e protette e non viene ucciso all’interno dell’arena, ma immobilizzato da una squadra di forcados a piedi.
Non possiamo -parlando di tradizione portoghese- dimenticarci del “fado”, un canto urbano che esprime sentimenti di viva e forte malinconia e con racconta una tradizione solida che resiste nel tempo.

Tecnicamente viene eseguito da una formazione musicale composta dalla voce (fadista) che dialoga con la chitarra portoghese (guitarra portuguesa, a 12 corde) accompagnati da un’altra chitarra che sorregge l’intera composizione armonica. Il nome ha origine dal latino fatum (destino) in quanto essa si ispira al tipico sentimento portoghese della saudade e racconta temi di emigrazione, di lontananza, di separazione, dolore, sofferenza. Il fado è stato riconosciuto dall’UNESCO come patrimonio intangibile dell’umanità.
E infine come dimenticarsi del patrono del Portogallo, Sant’Antonio da Padova, ed in suo onore ogni anno il 13 giugno si tengono sentitissime celebrazioni.

Miradouro de S. Luzia Elevador da Gloria
Una terra di poeti affacciati sul mondo
Seppur non sempre pienamente riconosciuti a livello internazionale, sono tanti gli scrittori e poeti nati in questa terra meravigliosa e forse diventati tali proprio in virtù della sua bellezza.
Il più noto, Fernando Pessoa di cui parleremo nel finale, è sicuramente la voce più alta del coro ma dobbiamo assolutamente ricordare José Saramago, Carlos de Oliveira, Sophia de Mello Breyner Andresen e Luís Vaz de Camões. Quest’ultimo è considerato da molti l’equivalente portoghese di Virgilio e la sua opera più nota “i Lusiadi” è paragonata alla magnificenza senza tempo dell’Eneide.

Il poema composto da dieci canti e 1102 strofe narra principalmente il periodo storico delle grandi scoperte geografiche avvenute tra il XV e XVI secolo, dando una rilettura leggendaria e fantastica della storia, come fece Virgilio in relazione alla storia di Roma. L’azione centrale è la scoperta della via marittima per l’India realizzata da Vasco da Gama, ma il racconto descrive anche altri episodi della storia del Portogallo, esaltando il popolo portoghese.
Sicuramente non un “libricino” da portare con sé nel bagaglio a mano, ma altrettanto certamente un’opera che ci permette di gustare quella infinita tendenza del popolo portoghese a guardare l’oceano con speranza. Confinati geograficamente, schiacciati da una Spagna pressante, questo popolo piangeva e rideva appoggiando le proprie speranze sul confine tra cielo e mare. Un popolo che ha visto arrivare lo sconosciuto da terre lontane trasportato su barche familiari, un popolo che ha salutato dai balconi persone care non più riviste, un popolo che ancora oggi sogna guardando tramonti scomparire all’orizzonte.
Fernando Pessoa
L’anima portoghese che contiene tante anime, il desiderio pulsante di parlare al mondo misto alla certezza di non essere compreso. Fernando Pessoa è forse il poeta portoghese più conosciuto al mondo ma la sua “Voce” per essere pienamente compresa merita una particolare attenzione. Leggendo le parole di Pessoa e ricordandole nella mente quando si cammina sperduti tra i vicoli di Lisbona, tutto risuona con un senso vivo e pulsante. Hanno valore e forma i vestiti stesi dai balconi ad asciugare, gli anziani fuori dalle strade che fumano una sigaretta solo per assicurarsi la loro dose quotidiana di “ciao” o meglio “Bom dia”, hanno senso le insegne sopra negozi familiari che scandiscono, come un orologio infinitamente preciso, il tempo che passa e i segni che restano. Pessoa ha raccontato tra le sue pagine l’anima viva del suo popolo, mettendo in luce le debolezze, le convinzioni, i limiti, la potenza e le certezze.

Lo ha fatto non ponendosi come un osservatore onnipotente sul trono della comprensione ma come un mendicante che ai bordi delle strade guarda un popolo esistere cercando di comprenderlo.
Pessoa è stato così grande perché sempre si è sentito piccolo e la sua scrittura, braccio armato dei sogni, gli ha dato la libertà di esistere anche quando le insegne dei negozi saranno sostituite perché non sarà più il loro tempo.
Concluderei questo breve articolo riportando i versi iniziali della Tabaccheria di Pessoa:
«Non sono niente.
Non sarò mai niente.
Non posso voler essere niente.
A parte questo, ho dentro me tutti i sogni del mondo.»
E con l’augurio di conservare dentro di voi tutti i sogni del mondo, spero vi troverete presto tra qualche vicolo del Portogallo a lasciarvi incantare dalla bellezza silenziosa delle cose!

La penna di questo numero di #LitteraTrip è di Christian: anche lui Filosofo per formazione, lavora nel mondo delle StartUp per professione, cosmopolita (o #globtrotter, come si dice oggi) per vocazione. In comune, una passione per il Portogallo: una terra che incanta e sconvolge, che chiama e scuote.