Tra miti e leggende in una natura indomabile
Una terra dove ben l’85% dei suoi abitanti non smentisce affatto l’esistenza dei folletti non è una terra di pazzi, ma una terra di magia, di forze ataviche, una terra dove le saghe mitologiche non sono tradizione ma realtà. A questa terra è dedicato il numero Nove di LitteraTrip, il primo di una serie di articoli che vedono protagonista la penna di “ospiti” che hanno accolto volentieri il mio invito a condividere con noi i viaggi in giro per il mondo.

Il primo ospite è un mio Grande Amico e non potevo pensare che a lui quando si ha in mente “il viaggio”. Si chiama Matteo: è comasco d’origine, cittadino del mondo nella vita, poliglotta per indole (parla inglese, norvegese, spagnolo e portoghese.. e non sto scherzando!).

Il viaggio è il suo lavoro; il Nord Europa la sua seconda casa: ma per Matteo, definire il viaggio una professione è una semplice limitazione. È il suo stimolo quotidiano, un Ulisse implacabile che si nutre di curiosità in un peregrinare senza meta. Bene, se siete curiosi di cosa ci parlerà Matteo, leggete le sue parole per scoprire quale terra ci racconta.

C’è una terra, nell’esatto punto d’incontro tra la placca euroasiatica e quella americana, che pare creata ad opera d’arte per innalzare l’umano spirito. Una terra cinta dai suoi confini che la dividono dall’immensità dell’Oceano, e percorsa da una strada, la Hringvegur, che la circoscrive facendo da limbo tra territori che sono ancora inaccessibili all’uomo.
L’ISLANDA: una terra indomabile
L’Islanda è la terra dalle vastità imperiose in cui l’essere umano sembra quasi non essere il benvenuto, troppo debole al cospetto di luoghi la cui forza non è data solamente dal ribollire dei suoi crateri, o dall’eterno, impercettibile ma continuo, movimento dei suoi ghiacci. L’Islanda è un qualcosa che ci è difficilmente spiegabile a parole proprio perché rappresenta ancora uno di quegli avamposti che non siamo -e non saremo mai- in grado di domare. Una forza percepibile sulla nostra pelle, a volte delicata come un soffio, a volte lacerante come un graffio che arriva da chissà quale entità a noi ancora sconosciuta.

L’ISLANDA: una terra di scrittori, miti e saghe
Una terra così ricca di sentimento che inevitabilmente porta sulle spalle anche le storie delle persone che l’hanno vissuta, ed è così che tra le infinite peculiarità che la contraddistinguono, ve n’è una che mi sta particolarmente a cuore: l’Islanda, con i suoi 350.000 abitanti, in proporzione conta più scrittori, più libri pubblicati e letti a testa di qualsiasi altro Paese al mondo. Un decimo della popolazione pubblica almeno un libro nel corso della sua vita, ed il libro diventa appunto un oggetto sacrale, il regalo preferito da fare e da ricevere, perché, come dice un meraviglioso proverbio di questa terra, “cieco è l’uomo senza libri”.

La storia mitologica di questi luoghi è racchiusa nelle celebri Saghe, racconti in prosa che ancora oggi non trovano una reale datazione e i cui scrittori restano ignoti. Questi scritti, di cui la più celebre è l’Edda, hanno saputo spiegare, con le dovute intonazioni, il collegamento tra mitologia e storia. L’Epica islandese ha forgiato vite e caratteri delle persone che hanno formato la società islandese, così tanto congiunte al moto perpetuo dell’esistenza terrena, così come aulicamente collegate all’inspiegabile divino. Un territorio iconico, in cui la miriade di diversità sembrano tasselli di un puzzle che seppur non hanno nulla a che fare tra loro, riescono incredibilmente a combaciare.
L’ISLANDA: la terra del “sentire”
Ghiacciai da cui nascono impetuose cascate, il profumo dei fiori di campo che si mischia a quello pungente dello zolfo, canyon che si aprono come rughe nella pelle, spiagge infinite che accolgono onde assassine, terre di ogni colore e forma, vulcani che ancora si temono sentitamente, e altri di cui rimane lo scheletro nel cuore di sterminate distese di lava che restano, come cicatrici, emblema di quello che la natura può fare e disfare.

Mi è capitato di sentire addosso il peso della malinconia, camminando sulla spiaggia nera di Reynisfjara, avvolto dalla nebbia e dal suono greve del mare. Mi è capitato di sentire il silenzio vero, quello tangibile, davanti all’immensità del ghiacciaio Vatnajökull e degli iceberg che da esso hanno provato a scappare per riciclarsi nell’Oceano. Mi è capitato di sentirmi invincibile mentre camminavo sulla cresta del cratere del vulcano Katla, e di sentirmi impotente davanti all’immensità di Dettifoss.

Mi è capitato di ‘sentire’, appunto. E l’Islanda ha questa enorme capacità di metterti di fronte alle emozioni più intime, quelle che riesci a mascherare quasi senza problemi nel caos quotidiano. Davanti a tale bellezze siamo inermi al cospetto delle nostre inquietudini, che ci travolgono, ma che ci fanno sentire così spietatamente vivi. È probabilmente questo sentire così profondo che ha reso l’Islanda culla di letteratura e cultura nel tempo.
L’ISLANDA: una terra di letteratura.
Il più celebre scrittore islandese moderno è senza dubbio Halldór Laxness, vincitore del Nobel per la Letteratura nel 1955 “per la sua opera epica che ha rinnovato l’arte e la letteratura islandese”, ma a catturare le mie prime attenzioni verso questo Paese così da estremo sono state le pagine di uno scrittore più contemporaneo che mai: tale Jón Kalman Stefánsson.

Le sue opere sono un melting pot di filosofia, narrativa e prosa, che danzano insieme come i colori della natura, e si mischiano in sfumature seducenti, sulla tela del realismo islandese. Quella connessione imprescindibile tra l’uomo e la natura, qui è più lunatica ed eccentrica di qualsiasi altro dove. La natura che porta vita e morte, a ritmi illeggibili dalla metodicità del nostro essere.

Se esistesse un punto di passaggio tra diverse dimensioni, questo sarebbe l’Islanda, che inviolabile e selvaggia, è ciò che di più alieno appartiene alla Terra.
A cura di Andrea Calvi
2 commenti
Assolutamente vero … una terra da sentire ma è talmente bella e struggente che non è difficile “sentirla”
Il tuo linguaggio ricco di metafore e termini adeguati , rendono questa tua descrizione affascinante che fa “sentire “ anche a te che non hai visto questi posti , le sensazioni che i luoghi hanno destato in te .. complimenti ! Siete una bella coppia .. tu e Lorenzo !! Grazie