Oltre 60.000 persone vivono aggrappate al bordo di un ghiacciaio a 5100 mt di altitudine. Accade a La Rinconada, in Perù.

Temperature sotto lo zero gran parte dell’anno, vento incessante e carenza d’ossigeno, terreno franoso e strade dissestate in ogni direzione. Se qualcuno si chiede come possa esistere un insediamento umano di queste proporzioni in condizioni così difficili, la risposta è nella “febbre dell’oro“.

Una volta la frontiera dei cercatori del metallo prezioso era il Grande Nord americano, l’Alaska e lo Yukon. Oggi è La Rinconada, sulle Ande peruviane. Alle falde del ghiacciaio Ananea si trova infatti una tra le più importanti miniere d’oro del sud America, di proprietà dello Stato peruviano, che concede lo sfruttamento delle miniere a imprese private. Così, in migliaia arrivano quassù per lavorare nelle cave estrattive. Ogni mese, 27 giorni sotto contratto, con i ricavati che vanno all’impresa, 3 giorni liberi per accaparrarsi l’oro ovunque lo si trovi.
Un sistema contrattuale da strozzini, che attrae, con ricambio continuo, migliaia di lavoratori e rispettive famiglie, tutti speranzosi di arricchirsi. Molti di loro sono contadini provenienti dai villaggi andini.
E non è il Klondike di Jack London, disperato ma ancora romantico. La Rinconada somiglia a un inferno. Case di fortuna, sistema fognario improvvisato, smaltimento dei rifiuti inesistente.
Il mercurio, utilizzato per scindere l’oro dalla roccia, è altamente tossico e diffuso. E per non farsi mancare nulla, in città si è radicato un circuito di prostituzione, anche questo motivo di business. Alla sera, tra una tempesta di neve e il vento gelido, ci si chiude nei locali a bere. Le discoteche sono inoltre numerose. E qualcuno riesce anche a giocare una partita di calcio.

Oltre i 5000 metri di altitudine la natura è cinica e selettiva, ma non ferma chi ha bisogno disperato di lavoro. Una necessità di cui lo Stato peruviano sembra approfittarsi non poco, viste le condizioni di sfruttamento e quelle pessime di salute a cui devono sottostare i lavoratori.
Il meteo a La Rinconada
Lorenzo Pini