Durante l’inverno 2020 Lorenzo Barone, 22 anni, originario della provincia di Terni, ha percorso in bicicletta oltre 2.000 km in Siberia lungo la Kolyma Road, la “strada più fredda del mondo”, facendo tappa anche a Oymyakon, dove si possono raggiungere i – 70 °C. Quando sul web ho letto del suo viaggio stentavo a crederci, a maggior ragione quando ho visto che l’ha fatto da solo e senza il supporto di sponsor (spesso alle spalle di imprese di questo tipo). Per Lorenzo Barone questa non è un’impresa per far parlare di sé, ma semplicemente un modo per celebrare la vita attraverso l’avventura. L’ho contattato per sapere come è andata. Ecco l’intervista.

Ciao Lorenzo, benvenuto su Meteotrip e grazie per aver accettato l’invito a parlare di uno dei tuoi incredibili viaggi. Puoi presentarti brevemente?
Ciao! Mi chiamo Lorenzo Barone, ho 22 anni e sono un amante dell’avventura, ma senza mezzi a motore.
Parliamo del tuo ultimo viaggio: in bicicletta per oltre 2000 km, d’inverno, nella regione più fredda della Siberia e del mondo abitato. Quale itinerario hai percorso e quanto è durato il viaggio?
Sono partito in bicicletta da Magadan, da solo, senza alcun supporto esterno, percorrendo l’unica strada esistente, la Kolyma, il 15 gennaio 2020. In 52 giorni sono arrivato a Jakutsk dopo aver attraversato il polo del freddo toccando i -56 °C di notte in tenda e una massima di -10 °C all’arrivo a Jakutsk.

Come ti è venuta in mente un’idea del genere e come hai preparato tutto?
Volevo da tempo sperimentare le mie conoscenze in un luogo davvero freddo, ed era già da quando avevo attraversato la Lapponia in inverno nel 2016 durante un viaggio di 8 mesi che ci stavo pensando. La preparazione è stata di puro ingegno perché ho dovuto modificare tutti i materiali per renderli indistruttibili a quelle temperature, specialmente la plastica, quindi ho cambiato tutte le componenti di plastica in metallo.
Hai viaggiato da solo. Avevi dei contatti in loco, eri mai stato prima in Siberia?
Credo che fare un viaggio in solitaria in quei luoghi sia la cosa migliore, dover pensare ad un altra persona o anche solo fare combaciare le necessità di due o più persone in quei luoghi dove in ogni caso ognuno deve pensare a se stesso quindi si è da soli sia un incubo. Comunque no non avevo alcun contatto in loco, ma ho incontrato qualche persona nei villaggi o in camion strada facendo ed erano persone meravigliose, il problema era solo comunicarci ma niente di irrisolvibile.

Qual è stato il momento più difficile e impegnativo?
Mi ero preparato davvero bene, avevo immaginato il peggio del peggio e credo di essermi preparato per temperature di -65/-70°C. Quindi toccando “solo” -56°C mi è risultato quasi facile, ma non del tutto perché avevo sottovalutato il naso, ed ho avuto problemi di congelamento proprio lì, niente di grave, solo un paio di ustioni ma ho perso la sensibilità 3 volte.
Come si può resistere a quelle temperature viaggiando in bici e dormendo in tenda?
Prima di venire in Siberia avevo già percorso 7.000 km sul ghiaccio per un totale di 5 mesi ed avevo imparato a muovermi al freddo ma solo fino a -30°C (quando ancora è tutto molto semplice). Il difficile inizia dai -35°C/-40°C dove gli errori non sono più ammessi. Il primo errore (il più usuale) è sudare, se sudi sei morto. C’è comunque un limite e se sudi poco te la cavi. Dormire in tenda con il sacco a pelo asciutto (evitando di sudare) e con un buon isolamento a terra era gradevole, in ogni caso avevo una sacca di emergenza con una tuta d’alta quota e sacco a pelo da -20°C che aggiunto a quello da -40°C diventava un buon isolamento.

Nessun grande sponsor alle spalle. Qual è il tuo concetto di viaggio?
Non ho alle spalle nessuno sponsor, solo persone che credo in me e che mi supportano acquistando le foto dei miei viaggi. Non lo faccio per lavoro, lo faccio per passione dato che la vita è una, dura anche relativamente poco ed ho molti sogni da avverare.
L’incontro con le persone del posto: come sei stato accolto e come hai comunicato?
Le persone del posto sono state stupende, avevo scaricato un traduttore offline e comunicavano con quello, altrimenti a gesti.

Dove compravi il cibo durante le tappe più lunghe?
Facevo scorte quando possibile per almeno una settimana, principalmente cibo grasso, burro e grasso puro che mangiavo a morsi dopo averlo scaldato nel sacco a pelo o buttato nella minestra di noodles la sera.
Quali pensieri ti attraversano la mente nelle lunghe ora tra neve e ghiaccio?
I paesaggi erano spesso diversi e gli alberi spesso non erano coperti di neve perché a quelle temperature non nevica. In ogni caso gli unici pensieri erano riguardo la temperatura del mio corpo per non sudare, e non avere caldo o freddo a nessua parte del corpo.
Come si gestiscono i bisogni corporei a quelle temperature?
Si gestiscono come a temperature normali ma un po’ più velocemente e se devi fare i bisogni solidi e hai freddo alle mani non li fai altrimenti non puoi poi pulirti.

Ho visto nel tuo video che anche tu sei stato sottoposto alle restrizioni del Covid. Dove hai passato la quarantena e cosa hai fatto in quei giorni?
Sono tutt’ora in quarantena in Yakutia da ormai più di 40 giorni e finalmene mi riposo, sto con una ragazza che mi ha raggiunto sul lago Baikal da ormai due mesi.
Leggendo degli altri tuoi viaggi si nota come vai a cercare sempre posti climaticamente estremi. Meteotrip è molto interessato a questo aspetto: cosa ti spinge a confrontarti con i climi e gli ambienti più ostili?
Uno dei miei progetti era viaggiare in bici in un range di temperatura di 100 °C, era solo un idea ma l’ho voluta avverare ed ora ho viaggiato ad un range di temperatura di 104 °C dai + 48 °C nel Sahara a luglio ai -56 °C in Yakutia.
Grazie per la disponibilità
Grazie a te!
Foto Gallery dalla pagina Facebook Lorenzo Barone Expedition
Il video del viaggio
Intervista a cura di Lorenzo Pini